2 febbraio 2010

Variopinta Bucovina


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SUCEAVA – È uno degli angoli più remoti della Romania, si trova nel nordest del Paese, stretta fra Moldavia e Ucraina. La Bucovina, oltre a essere una delle regioni più verdi di questo angolo d'Europa è anche famosa per l'incredibile patrimonio storico e artistico rappresentato dai suoi meravigliosi monasteri dipinti. Dipinti sì, ma con una particolarità: le raffigurazioni si trovano anche sulle pareti esterne. In questa che oggi è un'oasi di pace sui monti, dopo che il passato ha visto transitare eserciti di ogni bandiera, dai turchi agli austriaci, dai nazisti ai sovietici, si possono ammirare come in nessun'altra parte del mondo edifici religiosi di tale ricchezza pittorica.

I monasteri risalgono a un'epoca compresa fra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento e le chiese furono edificate inizialmente in molti casi come luoghi di sepoltura per famiglie nobili. In seguito vennero anche dipinte e gli artisti, nessuno dei quali passato alla storia, cominciarono a rappresentare su commissione scene bibliche e le vite di Maria e Gesù Cristo. Inizialmente alle raffigurazioni vennero dedicate le pareti interne delle chiese, ma in seguito si decise di dipingerne anche l'esterno, fino a fare divenire tale pratica una vera tradizione locale. E questo assolveva un duplice compito: poteva contribuire a diffondere il culto ortodosso e forniva la necessaria educazione, la sola che servisse in una società agricola, cioè le sacre scritture, anche ai contadini. Le scene si ripetono seguendo uno schema canonico anche in monasteri distanti chilometri, ma ognuno ha sviluppato una peculiarità nel colore. Gli esperti parlano così di blu di Voronet, di verde e rosso di Sucevita, di giallo di Moldovita e di rosso di Humor.

Fra i più belli figura senza dubbio il monastero di Voronet, con la chiesa di San Giorgio, sulle cui pareti le figure spiccano su un fondo blu di particolare brillantezza. L'attuale chiesa in pietra risale al 1488 e ha sostituito una precedente in legno di incerta datazione. San Giorgio fu fatta costruire da Stefano il Grande in segno di ringraziamento dopo una vittoria sui turchi. Dopo pochi chilometri si arriva a Humor, non distante dal villaggio cui ha dato il nome: Manastirea Humorului. Qui si può ammirare un'altra caratteristica della regione: a eccezione dei grandi centri come Suceava o Gura Humorului, nelle valli si susseguono villaggi tipici interamente edificati in legno e in cui sopravvivono ancora forti le tradizioni contadine della regione. Humor risale al 1530 e la sua chiesa dell'Assunzione della Santa Vergine, pur non presentando una torre a differenza di molte altre qui, offre una serie di dipinti esterni fra i meglio preservati. Una visita la merita anche Moldovita, del 1532, monastero che presenta ancora oggi la cinta muraria di difesa in ottimo stato, così come in ottimo stato sono anche i suoi dipinti, sicuramente quelli conservati meglio.

A Probota i colori esterni sono quasi del tutto sbiaditi e il restauro non è stato ancora eseguito. In compenso i dipinti all'interno della chiesa di San Nicola (1530) sono ancora vividissimi. Anche qui la cinta muraria è in ottime condizioni. Si passa poi all'imponente complesso di Putna (1466-1469) che presenta anche numerosi edifici d'epoca inglobati nelle mura difensive. Un ideale giro dei monasteri della Bucovina si può completare con una puntata a Sucevita (1583) e alla sua chiesa della Resurrezione. Anche la regione in sé, si diceva, è senza dubbio degna di una visita. Si possono scoprire così la semplicità e la complessità al tempo stesso di una società rurale e delle sue tradizioni. Nelle innnumerevoli fattorie può capitare di vedere ancora uomini anziani con il costume tipico, composto dagli iţari, i lunghi pantaloni ripiegati più volte, indossati sotto una camicia bianca e un gilet chiamato bundiţă, spesso decorato a motivi floreali. Anche le donne indossano abiti tradizionali, in cui l'elemento che spicca maggiormente è la gonna variopinta. Si dice, proprio a richiamo delle pareti dei monasteri.