18 novembre 2009

Cinque domande a... Senit


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Bolognese di origine eritrea, Senhit Zadik Zadik, in arte solo Senit, è grafico pubblicitario e calciatrice dilettante, ma ha messo tutto in secondo piano per seguire la sua passione per la musica. E' stata protagonista in musical di successo come "Il re Leone", è prodotta dalla celebre azienda delle figurine Panini, ha collaborato con gli Stadio e ha accumulato esperienze lavorative in tutta Europa. Recentemente ha pubblicato il suo terzo cd, "So High".



Come si prepara a un viaggio?
Normalmente NON mi preparo veramente a un viaggio. Tutto dentro di me nasce da una sensazione, da una curiosità di partire alla scoperta di qualcosa di nuovo. La scelta di una meta stravagante di solito nasce dalla mia pura follia... dall'istinto irrazionale. Altre volte invece il tutto nasce dalla curiosità, perchè la meta mi sembra accattivante e non vedo l'ora di scoprire cosa troverò una volta arrivata.

Cosa non dimentica mai di mettere in valigia?
Di solito in valigia metto perlopiù poche cose, l'indispensabile e non posso assultamente dimenticare due cose...l'ipod e un buon libro, il resto mi piace acquistarlo in loco.

Il viaggio che ricorda di più e che porta nel cuore?
Non c'è un viaggio che conservi nel cuore come il più bello di tutti... sono stati tutti belli, stimolanti e pieni di sensazioni. Devo dire comunque che a rendere speciale un viaggio per me è soprattutto la compagnia e non solo la meta, è l'insieme delle due componenti a rendere un viaggio un'esperienza, un'avventura. Onestamente comunque mi reputo fortunata, ho visto posti davvero da favola fino ad ora!

La musica che metterebbe nel suo iPod per rivivere le emozioni di quel viaggio?
Non essendoci un viaggio che eleggerei il migliore della mia vita, non c'è nemmeno una musica in particolare che preferisco sulle altre per rievocarne i ricordi. Certi brani che porto con me spesso mi ricordano vari mometi della mia vita e varie esperienze comprese magari anche alcune fatte durante i miei vaggi, ma non posso proprio dire di avere una colonna sonora diversa per ogni viaggio.

Il cibo più particolare che ha assaggiato?
Visto che sono davvero onnivora ho assaggiato di tutto in tutti i paesi che ho visitato! Il cibo più "strano"che ho mangiato comunque è senz'altro quello assaggiato a Marrakech, in Marocco. Strano ma buono!!

Destinazioni fredde


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L’autunno si preannuncia freddo in casa Lonely Planet. Di un freddo polare. Tra le guide in programma tra ottobre e novembre 2009 spiccano, infatti, quelle dedicate ad alcuni tra i luoghi più freddi e affascinanti del Pianeta: Alaska, (prima edizione), Finlandia, Svezia Estonia, Lettonia, Lituania e i Paesi attraversati dalla Transiberiana. Come da tradizione di Lonely Planet, di cui la casa editrice torinese EDT è il principale partner mondiale, le guide delle destinazioni fredde si distinguono per la quantità e l’accuratezza delle indicazioni e dei consigli forniti, grazie ai quali, nel caso dell’Alaska, risulterà semplicissimo prenotare una crociera per ammirare da vicino lo spettacolo dei ghiacciai che si spaccano.

Per quanto impressionante, non sarà quella l’unica esperienza capace di far venire la pelle d’oca. A coloro che si avventureranno a Barrow, nell’estremo Nord dello Stato più a Nord degli Stati Uniti, non sarà difficile imbattersi nei cartelli “Pericolo: Orsi Polari !”, se non negli orsi polari “in persona”. Suggestioni diverse, ma forti allo stesso modo, proverà chi sceglierà una guida Lonely Planet per visitare la Scandinavia. Ammirata l’aurora boreale in Lapponia, appuntamento naturale imperdibile per quanti decidano di iniziare dalla Finlandia, è d’obbligo una visita attenta e curiosa ad Helsinki, e al suo “design district”, il centralissimo quadrilatero costantemente all’avanguardia in fatto di moda e design.

Corrispettivo svedese del “distretto” finlandese è Södermalm, il quartiere di Stoccolma che di certo le fashion victims non mancheranno di visitare. Diverso e variegato il paesaggio nelle tre repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania e delle rispettive capitali. La medievale Tallinn, la Riga art nouveau, la barocca Vilnius non avranno segreti per quanti si faranno guidare da un vademecum dettagliato come la guida Lonely Planet, giunta alla terza edizione italiana.
Infine la Transiberiana, la linea ferroviaria più lunga del mondo. Attraversando l’Asia da un estremo all’altro, quello a bordo della Transiberiana è viaggio che permette di immergersi in una moltitudine inimmaginabile di scenari: le steppe della Mongolia, la Città proibita di Pechino, la Piazza Rossa di Mosca e moltissimo altro. Tutto a portata di mano, basta solo pianificare l’itinerario più vicino ai propri gusti.

Port Elizabeth, incanto sudafricano


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PORT ELIZABETH - La chiamano il cuore dell'Africa del sud. Con 300 giorni l'anno di sole, una media di 26 gradi in estate e inverno, e oltre 40 chilometri di spiaggia, Port Elizabeth, principale città della regione del Nelson Mandela Bay è una vera e propria meraviglia africana. La città che in lingua locale si chiama Xhosa Ibhayi, ospiterà i mondiali di calcio del 2010 ed è uno dei principali porti del Sudafrica. Situata al margine della Baia di Algoa, nella provincia di Eastern Cape, è il punto di arrivo della famosa Garden Route, il percorso scenografico che corre lungo la litoranea N2 fino a città del Capo. La città è in una posizione a dir poco singolare, si trova esattamente al centro tra Città del Capo (800 km a ovest) e Durban (800 km a est).


Fondata nel 1820 dai coloni inglesi è una delle più antiche dell'Africa e i suoi abitanti saranno orgogliosi di dirvi che Port Elizabeth è la città più amichevole del mondo. Meta turistica dei sudafricani, è ancora poco conosciuta in Europa. Tuttavia il turismo sta crescendo rapidamente anche per la bellezza della natura che la circonda e le ottime infrastrutture che il governo locale ha messo a disposizione per lo sviluppo dell'industria turistica. Il suo litorale è ricco di spiagge di sabbia dorata, numerosi coralli e onde perfette per i surfisti. Sarà per questo che Port Elizabeth è considerata la capitale degli sport acquatici: dallo snorkeling alle immersioni. Una combinazione perfetta, insomma.

Dalle acque tranquille della barriera corallina fino alle altissime onde cavalcate dagli amanti delle tavole. Ce ne è per tutti i gusti, come pure il lasciarsi cullare sul mare blu cobalto a bordo delle numerose barche a vela che punteggiano la costa. Se poi ci si stanca di tanto far niente, si può sempre prenotare una crociera per l'avvistamento degli animali marini: delfini, balene, pinguini e i timidi squali bianchi che sembrano sfuggire alla vista nascondendosi tra le onde. Poco più a sud è possibile esplorare la regione delle navi che sono naufragate e che lì restano, spiaggiate per metà quasi a ricordare la forza del mare che sa essere cattivo quando è in tempesta.

Ma la ricchezza naturale di Port Elizabeth non si ferma alla vita marina o di spiaggia, la regione è un lussureggiante incontro di flora e fauna da mozzare il fiato. Basta uscire dalla città per rendersi conto di essere davvero in Africa. A Saint George's Park o a Settler's Park, è possibile osservare più 140 tipi di uccelli e se si ha fortuna anche il Klipspringer, una specie rarissima di antilope africana. Se volete inoltrarvi oltre potete sempre provare il Big Five (elefanti, leoni, bufali rinoceronti e leopardi). Si tratta di un safari vero e proprio per poter ammirare gli animali più famosi del continente più vecchio del mondo. In città sono molti gli operatori turistici che offrono questo tipo di escursioni.

Chi ama la storia invece può provare Donkin Heritage Trail, un percorso turistico di 5 km, segnalato da cartelli, che collega 47 punti di interesse nella zona del centro storico. Oppure si può ammirare la Riserva Donkin, un piccolo parco cittadino situato sulla collina che domina il centro della città. Vi si trovano un faro del 1861 e il fortino di Fort Frederick, edificato dagli inglesi. Riguardo ai monumenti si può visitare l'Horse Memorial, eretto in onore dei molti cavalli e muli che morirono durante la Seconda guerra boera, fra il 1899 e il 1902 oppure l'Opera House vittoriana, ancora in uso.

Tra gli edifici di interesse storico si posso citare la City Hall in puro stile coloniale (1862) con il suo campanile (1883) e il Feather Market Hall un imponente edificio che include sale da concerti. Lì vicino si può visitare uno dei campanili più antichi del continente eretto in memoria dei primi coloni britannici. Alto 53,5 metri si può "scalare" fino alla Observation Room, da cui il panorama della città appare in tutta la sua bellezza. Da non perdere anche la zona del Boardwalk, con i suoi alberghi moderni, l'acquario e il museo dei rettili.

Emanuele Bosi, nuvole rosse su Tunisi


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Attore di cinema e tv, Emanuele Bosi, romano, 24 anni, ha girato il mondo per lavoro e per passione. Dopo il debutto ad "Incantesimo 9", è stato protagonista di "Ovunque tu sia", fiction Rai che ha riscontrato ottimi ascolti e premi vari, ambientata in Thailandia, e di "La casa sulle nuvole", film ora nelle sale con Adriano Giannini, che si svolge in Marocco. Emanuele è stato anche il protagonista di "Questo piccolo grande amore", la pellicola ispirata alla canzone di Claudio Baglioni. E' testimonial della campagna "Più acqua più vita" per la costruzione di due pozzi di acqua potabile nella Repubblica Dominicana.


Un viaggio che mi è rimasto nel cuore è quello che ho fatto qualche anno fa in Tunisia. Abbiamo girato parecchio, dalle città fino al deserto del Sahara. Era un viaggio organizzato con un pullmino: nelle zone più remote c'è bisogno di una guida locale o di un autista, altrimenti rischi di perderti. Non ci sono strade asfaltate nè indicazioni, che al limite sono, logicamente, solo scritte in arabo. Il nulla per chilometri: qualche pneumatico lasciato a terra che per noi non significa niente, ma per chi conosce il percorso vale come un segnale. Mi sono rimasti impressi molti luoghi davvero magici. Come le montagne granitiche dove sono state scavate alcune caverne: un alveare dove ogni finestra corrisponde a un'abitazione. Si trovano nell'entroterra tunisino, le caverne sono a cinquanta metri d'altezza e sono collegate tra loro con tunnel scavati nella roccia. Hanno le scalette per accedervi: purtroppo non siamo entrati a visitarne una, sono di tribù ancora poco aperte ai turisti. Dentro casa, hanno una sorta di enorme mortaio dove macinano il grano per il couscous e una pressa per sbriciolarlo. Sembra di essere rimasti agli inizi del Novecento.

Un'altra località che mi ha colpito è stato il lago salato, lo chott: una pozza d'acqua con tutto intorno il sale che si accumula. Un paesaggio insolito, quasi lunare. Ma sicuramente quello che lascia senza fiato è il deserto. Lo sguardo si perde e non ci sono punti di riferimento, solo dune. Ho visto anche un'oasi: è surreale, perchè sbuca dal nulla. Ricordo i ragazzi del posto che salivano e scendevano sul fusto delle palme per prendere i datteri che poi ti offrivano: erano velocissimi a scalare la corteccia. Ho anche fatto un giro sul cammello. In Tunisia ho mangiato molto couscous, kebab e ho assaggiato la carne di cammello che non mi è piaciuta perché molto aspra. Un giorno ero affamato e assetato, perché la bottiglietta d'acqua che mi portavo dietro era ormai calda, e quando ho visto un tunisino con una montagna di pane in mano non ho resistito: ho comprato un paio di forme, nonostante le mosche che ci ronzavano sopra e il sole cocente che le aveva abbrustolite, e le ho mangiate. Sono stato malissimo!

Sono stato un incoscente, ma la fame era tanta! Anche nelle città si respira un'aria inquinata: le auto usano ancora la benzina con il piombo e le polveri sottili aggrediscono il respiro e ti fanno pizzicare il naso. A Tunisi ho visto una tempesta di sabbia: erano vere e proprie nuvole rosse, il cielo si era tinto di rosso, tutto era rosso. Mi ricordo che il parabrezza del pullman era completamente ricoperto e per non diventare rosso anch'io mi sono rifugiato in un supermercato. E' stata un'esperienza terribile e bellissima. La Tunisia è un Paese viscerale e primordiale, diverso dal Marocco, dove sono stato per girare il film "La casa sulle nuvole". Ci sono rimasto un mese e se non fosse stato per il lavoro, probabilmente non ci sarei andato. Sono Paesi affascinanti, ma completamente diversi da noi per la mentalità, la cultura e il mangiare e starci per tanto tempo per me è stato duro.

16 novembre 2009

Cinque domande a...Matteo Beccucci


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Matteo Becucci è già l’idolo degli appassionati di musica e di X Factor. Vincitore dell’edizione 2009 del talent show di Rai due, il cantautore toscano (è di Livorno) si sta godendo il successo conquistato attraverso gli schermi televisivi grazie alle sue doti di cantante. Un talento che i suoi fan hanno potuto seguire dal vivo durante l’estate nelle piazze italiane.



Qual è l’ultimo viaggio che ha fatto?
E’ stato nel sud della Francia, con mia moglie. Abbiamo girato molto e abbiamo attraversato il Paese fino alla Borgogna.

Il paese dei sogni, già visitato, o che vorrebbe visitare?
La Toscana, perché c’è tutto, perché è casa mia.

Il viaggio che ricorda di più quello che si porta nel cuore?
L’unico posto dove sono stato e ho detto "qui ci vivrei" è Melbourne, in Australia. E’ una città che mi ha colpito molto perché mi ha dato la sensazione di spazio. Di spazio vitale. Era il 1999.

Un posto che definirebbe musica?
La Sicilia per me è musica. Ci sono stato tre o quattro volte. Amo molto Ragusa Ibla, la vecchia Ragusa insomma. Ero andato per lavoro, negli anni Novanta e poi sono tornato nel 2007 con mia moglie, è davvero una città pazzesca.

Che cosa non manca mai nel suo bagaglio quando parte?
O uno strumento o qualcosa per registrare, che mi serve per ispirarmi. Inoltre ovunque vada, cerco di correre. Faccio jogging e posso correre per chilometri.

Cinque domande...Giovanni Allevi


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E' uno dei pianisti più apprezzati del mondo. Giovanni Allevi non ha certo bisogno di presentazioni. La sua carriera è costellata di grandi successi: dalla pubblicazione di dischi di piano solo come "No Concept" (90 mila copie) a "Joy"(150 mila copie) all’album con l’orchestra sinfonica Evolution (100 mila copie) e il dvd "JOY TOUR 2007" uscito nel novembre 2007. A completare queste pubblicazioni il disco "Allevilive" . Il pianista ha inoltre pubblicato due libri diventati dei best seller: "La musica in testa" (10 edizioni e 65.000 copie vendute in 9 mesi) e “In viaggio con la strega", entrambi per Rizzoli.

Come si prepara a un viaggio?
Cerco di non pensarci, perchè la partenza mi mette l'ansia, soprattutto la preparazione del bagaglio.



Cosa non dimentica mai di mettere in valigia?
Il passaporto, il prodotto per i capelli, il tagliaunghie, jeans e maglietta puliti per il concerto.


Il viaggio che ricorda di più e che porta nel cuore?
Il mio viaggio a Napoli, nel 1990, per fare il mio primo concerto "fuori casa". Vennero a sentirmi solo cinque persone, ma quella sera capii che la musica era la mia vita.



La musica che metterebbe nel suo iPod per rivivere le emozioni di
quel viaggio?
I brani che ho suonato in quel concerto: la Partita di Bach in Do minore, una Polacca di Chopin, alcuni Studi di Scriabine, ed anche il mio Japan.

Il cibo più particolare che ha assaggiato?
Lingue d'oca strappate del Dim Sum cinese, in un ristorante popolare di Hong Kong.

Cinque domande a...Stefano Bettarini


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Da calciatore a protagonista della tv, Stefano Bettarini è cresciuto a pane e calcio a Siena. Proprio dalla città toscana comincia la sua carriera, che lo vede giocare in serie A con il Cagliari, la Fiorentina, il Bologna, il Venezia, la Sampdoria e il Parma. Ex marito di Simona Ventura, protagonista contro il suo volere dei giornali di gossip, approda alla tv come inviato del reality "La Talpa" nel 2005. Da lì, diventa conduttore accanto a Paola Perego in "Buona Domenica", fino ad approdare come concorrente, arrivato alla finale, a "Ballando con le stelle 5". Oggi affianca proprio la ex consorte nel programma "Quelli che il calcio" su Rai 2, di cui è commentatore tecnico.



Quale è il viaggio più bello che ha fatto?
Ne ho fatti parecchi che mi sono rimasti nel cuore, ma sicuramente uno di quelli che ricordo con più piacere è il viaggio a Miami.

Che cosa le hanno lasciato quei luoghi?
Beh.. innanzitutto la solarità, la spensieratezza e il grande amore per il mare.

Il cibo più strano o particolare che hai mangiato?
Il roastbeef con la marmellata! Inizialmente non avevo capito cosa fosse…ma me ne sono accorto subito! Comunque devo ammettere che non è male.

Se dovesse stilare una colonna sonora per questo viaggio, che musica sceglierebbe?
Senza dubbio “Californication” dei Red Hot Chili Peppers.

L'albergo più accogliente dove ha dormito o quello che le è rimasto più impresso?
L’ Hotel Delano, sempre a Miami: stupendo!